Folklore e tradizione : Il carnevale di Cento
- Andrea Balboni
- 23 feb
- Tempo di lettura: 1 min
Folklore, costume, tradizione emiliana.
Come di consueto, in questo periodo di inizio anno carnascialesco, mi reco a Cento, cittadina di oltre 35000 abitanti equidistante circa 35km da Modena, Bologna e Ferrara.

Il carnevale centese ha almeno 500 anni: è difatti raffigurato in un dipinto del Guercino, pittore fra i più influenti e importanti del Seicento che qui nacque e visse una parte della sua vita. Non a caso molti suoi quadri sono esposti in chiese del centro e nella pinacoteca riaperta da poco, dopo il sisma del 2012.
La manifestazione è decollata tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 quando l'attuale patron prese in mano l'organizzazione, facendo 'ingigantire i carri', invitando personaggi famosi, andando sulle emittenti televisive, rendendo conosciuto il carnevale anche fuori regione.
Con la dicitura 'Cento Carnevale d'Europa' e il gemellaggio con Rio De Janeiro, che faceva sfilare il carro vincitore dell'anno precedente al Sambodromo di Rio, il carnevale è divenuto tra i più importanti d'Italia.

Ha anche saputo superare anni e momenti bui: un incendio del 2003, il sisma del 2012 e lo stop per la pandemia nel 2021.
Attualmente sfilano lungo Corso Guercino 5 carri di cartapesta elaborati con maestria dagli artisti delle società, che praticamente lavorano 12 mesi all'anno negli hangar, tra coreografie, progetti e creazione del carro.

Anche quest'anno il livello è altissimo e non sarà facile decretare il vincitore, non mancheranno le polemiche e le scontentezze e non vorrei essere nei panni della giuria che, oltre al miglior carro/coreografia/presentazione, deve votare anche il miglior costume e il miglior gettito di palloni/peluche/gadget dalle torrette dei carri.
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