Sant'Anna Pelago
- Andrea Balboni
- 11 gen 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 25 feb 2024
Esiste una località turistica incastonata nell'Alto Appennino Modenese che forse mi ha colpito più di tutte. Anzi, togliamo il forse. E' un paesino che, non so bene perchè, associo a un villaggio alpino. Saranno le case in stile montanaro, sarà il caratteristico campanile (che è poi similare a tutti gli altri della Valle del Pelago), saranno la posizione e la vallata su cui è adagiato.
Ci aggiungiamo che qui feci (ormai sono 16 anni fa...:( ) una sciata che ancora porto nel cuore.

Dev'essere da quel giorno di febbraio 2008 che mi innamorai di Sant'Anna. Un po' la persi col tempo, anche per via della distanza da Cento, ogni tanto tornavo ma qualche pista o la seggiovia che portava in cima erano chiuse.
Lo sci anche qui stava volgendo al capolinea: impianti (2 seggiovie e uno skilift che fu sostituito poi da un tappeto) da quota 1080m a nemmeno i 1600m della cima di Monte Albano.
4 o 5 le piste, 1 gatto delle nevi, 1 rifugio, qualche cannone sparaneve.
Le nevicate e i freddi inverni scarseggiavano, le crisi economiche del 2008 e del 2012 avanzavano (ma sicuramente era più conveniente qui uno skipass), gli impianti di risalita obsoleti che arrivavano a fine vita. Qualche anno di deroga e poi stop, da sostituire.
Viene cambiata la prima seggiovia con una che arrivava da Prato Nevoso ma la trafila burocratica è più lunga della media italica, poi ci si mettono di mezzo anche la pandemia e il fine vita della seconda seggiovia che arrivava in cima.
Finalmente ad agosto 2023 riapre l'impianto per qualche giorno e così anche il rifugio Poggio Scorzatello.
A Sant'Anna comunque, che vanta anche un'ottima tradizione con lo sci di fondo compresa una pista illuminata alle Acque Chiare con la quota che è quella che è, non stanno con le mani in tasca.
In questi anni un abitante noto per la sua intraprendenza, assieme ai suoi collaboratori amici, sistema alcuni vecchi sentieri, delle vecchie tracce dove passavano cacciatori, boscaioli, carbonai, forse briganti e contrabbandieri.
Nasce, o meglio dire, rinasce il Sentiero delle Cascate di Sant'Anna Pelago, cinque più una chiamata Pozzo del Pisano. E diventa subito un giro escursionistico cult, con importanti presenze annuali. In seguito questo gruppo, che è poi una associazione, sistema un altro sentiero, stavolta per collegare quello delle cascate alle Cime di Romecchio, quindi il crinale tosco-emiliano in quota.

Aggiungo che un'altra associazione ha disegnato i Sentieri della Rosa Canina (anche qui con un opuscolo dedicato e tutti i sentieri mappati) tra Pievepelago (il comune), Roccapelago e Sant'Anna.
Non voglio nemmeno dimenticare le tante iniziative degli abitanti, tra cui la Mascherata dell'Epifania e il Trail del Lago Santo,
con partenza e arrivo proprio dal paesino.
Insomma gli sport invernali non vanno persi ma intanto puntare sulle escursioni o altre attività, con la scoperta di nuovi luoghi, è già l'inizio di una strada che ci porterà a un sistema differente di fare turismo.
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